Dante, poeta del desiderio. Conversazioni sulla Divina Commedia

La Divina Commedia rimanda per molti ai tempi della scuola, a testi di difficile comprensione, adatti solo per pochi eletti. Al contrario, essa č nata come opera per il popolo. Lo documenta la storia di questo libro la cui origine č nelle conversazioni dell'autore prima con i figli - su loro richiesta - e alcuni loro amici diventati in breve tempo duecento; poi con un gruppo di massaie e infine con migliaia di ragazzi e adulti in tutta Italia. Da questo lavoro č nata l'associazione Centocanti, una sorta di Divina Commedia vivente. Dante, dunque, non autore difficile, riservato ai letterati, ma "uno di noi". Una scoperta che l'autore ha fatto a dodici anni mentre trasportava casse di bottiglie lungo le scale di una cantina, folgorato dal verso "E proverai [...] come č duro calle / lo scendere e 'l salir per l'altrui scale». Quell'intuizione lo ha portato a uno studio appassionato di Dante e alla scoperta che ciň che percorre tutta la sua opera č il desiderio, la tensione a un Bene totale, "l'Amor che move il Sole e l'altre stelle". La lettura offerta dall'autore in queste conversazioni si pone in continuitŕ con il fine di tutta l'opera di Dante, da lui stesso cosě definita: "removere viventes in hac vita de statu miseriae et perducere ad statum felicitatis", rimuovere gli uomini da uno stato di miseria e condurli a uno stato di felicitŕ.